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ECONYL: nylon rigenerato e rigenerabile

17 Giugno 2021 | 5 minuti di lettura

Il nylon è stata la prima fibra sintetica al mondo. Nacque da una necessità: avere un’alternativa alla seta cinese, molto costosa e dipendente dall’esportazione. Nel 1940, fecero così il loro debutto le calze di nylon, fibra sintetica robusta, elastica e sottile, dal bassissimo costo di produzione, che cambiò il settore della moda.

Il problema delle fibre sintetiche

Per produrre materiali sintetici – come nylon e poliestere – vengono utilizzati circa 8 miliardi di barili di petrolio, ogni anno. Questi prodotti, inoltre, impiegano secoli per decomporsi. Ad esempio, per produrre una semplice maglietta di cotone, vengono assorbiti fino a 2700 litri d’acqua. Questi numeri, applicati all’intero settore del Fashion, comportano un inquinamento che equivale quasi al 10% delle emissioni globali. Questo fa sì che il settore della moda si posizioni al secondo posto come settore più inquinante al mondo, preceduto solo da quello petrolifero. Ad esempio, secondo il Textile Exchange, nel 2018 sono stati prodotti 5,4 milioni di metri di poliammide. La poliammide è un materiale molto difficile da riciclare, rispetto, ad esempio, al poliestere.

Come evidenzia, inoltre, uno studio di Ellen Macarthur Foundation, se non si agirà in fretta per un cambiamento in questo settore, si arriverà, da qui al 2050, ad un’emissione pari al 26% della CO2 mondiale.

Aquafil e il nylon rigenerato

Il passo più logico, invece che continuare a prendere materie prime dal pianeta, è quello di riutilizzare ciò che già è presente, i rifiuti, dando seconda vita a questi ultimi e creando così un sistema veramente circolare e rigenerante.

Nel settore della produzione del nylon, Aquafil è leader mondiale. È un’azienda chimica italiana, con sede ad Arco, in Trentino. Già a partire dal 2007 ha lavorato per trovare un’alternativa al nylon così come lo conosciamo. Nasce così, nel 2011, Econyl, un filo 100% rigenerato e rigenerabile. È un materiale che recupera scarti tessili pre e post consumo e soprattutto riusa le reti da pesca in disuso, ritrovate negli oceani e sulle spiagge.

Le reti da pesca, infatti, costituiscono sì un’enorme fonte di nylon, ma anche di inquinamento, considerando che, in un report di Greenpeace si evidenzia come oltre 640 mila tonnellate di plastica presente negli oceani sono solo di materiale da pesca – su un totale di 8 milioni di tonnellate annue. Aquafil ha quindi iniziato da queste, creando un programma di raccolta, che prevede anche la partnership con varie aziende, che aiutano a recuperare, non solo reti da pesca, ma anche altri materiali, da cui poi produrre nylon rigenerato.

“Econyl è un prodotto che rispetta l’ambiente, perché dall’ambiente non prende nulla.

Attraverso procedimenti chimici e meccanici siamo in grado di recuperare e rigenerare il nylon presente in alcune tipologie di rifiuti, come reti da pesca, tappeti, moquette e altri materiali di scarto, e di renderlo pronto a nuovi e pressoché infiniti utilizzi.”

Giulio Bonazzi, CEO di Aquafil

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Il processo di rigenerazione

Grazie al sostegno e alla collaborazione con le aziende, il primo step del processo di rigenerazione è quello di recuperare e pulire i rifiuti di nylon, accumulati nelle discariche e negli oceani di tutto il mondo. Successivamente, il materiale recuperato viene rigenerato tramite processi chimici e meccanici specifici. Si ottiene così un filato di Econyl per l’industria dell’abbigliamento, della moquette e della pavimentazione tessile, dando quindi vita a prodotti completamente nuovi. Grazie a questo processo a circuito chiuso, il nylon recuperato può essere riciclato all’infinito, senza mai perdere le sue qualità. Un vero esempio di economia circolare.

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Risultati raggiunti

Gli oceani forniscono il 70% dell’ossigeno che respiriamo, bloccando al contempo il 30% delle emissioni di carbonio nel mondo. Costituiscono i polmoni del pianeta e per questo vanno protetti.

Grazie al progetto di Aquafil, ogni 10,000 tonnellate di Econyl greggio si possono evitare 70,000 barili di petrolio greggio, evitando 65,100 tonnellate di emissioni di CO2. Si riesce, così, a ridurre l’impatto del nylon sul riscaldamento globale fino al 90%.

Un risultato importante è che il bilancio di sostenibilità di Aquafil è stato selezionato tra i 40 migliori secondo il Future Respect Index di ConsumerLab del 2019. Ciò sottolinea molto l’importanza della trasparenza e del rispetto dell’ambiente.

Anche molti marchi importanti si stanno mobilitando ad un cambiamento. Marchi come Stella Mc Cartney – che dal 2021 ha annunciato che userà solo nylon rigenerato, affidandosi appunto ad Econyl – hanno deciso progressivamente di abbandonare le modalità di produzione e quindi di inquinamento seguite finora. Stessa cosa farà Prada, che, fin dagli albori, basò il suo storico brand proprio sui prodotti di nylon e che ora sta attuando un grande cambiamento nel settore del fashion di lusso.

Come sostiene anche Giulio Bonazzi, CEO di Aquafil, “Finchè non ammettiamo i nostri errori, non cambieremo mai”. Infatti, il primo passo è essere consapevoli di dover cambiare e migliorare, per ridurre i danni creati finora e non crearne di nuovi.

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